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In giugno 2020 il Sindicato Médico de Uruguay (l’Ordine dei Medici di Medicina Generale) ha pubblicato i risultati del sondaggio effettuato tra la popolazione del paese per conoscere l’opinione dei cittadini per quanto riguarda l’eutanasia e il suicidio assistito.
68% degli intervistati è a favore e 14% non contrario all’eutanasia in tutta sicurezza. Notevole è la posizione dei cattolici, cioè 83%, un punto superiore alla media nazionale, è a favore. Questo risultato dovrebbe fare riflettere gli oppositori al fine-vita volontario.
Detto percentuale scende a 62% per l’assistenza al suicidio.
Quasi contemporaneamente il deputato Ope Pasquet, della coalizione di centro-destra attualmente al governo, ha presentato una proposta con lo scopo di legalizzare l’eutanasia e il suicidio medicalmente assistito (in seguito eutanasia)
Segue un riassunto delle normative più significative incluso nella proposta:
- Può avanzare una richiesta di eutanasia un maggiorenne, capace di intendere e volere, affetto da una patologia terminale, irreversibile e afflitto da sofferenze insopportabili. Il medico, seguendo questi requisiti, non è punibile. Nel memorandum esplicativo il deputato pone l’attenzione ai minori che hanno sviluppato una maturità di prendere autonomamente le decisioni che riguardano la loro malattia. Infatti, la legge “Diritti e Doveri del Paziente e dell’Utente” riconosce il diritto ai minori di prendere le decisioni che riguardano la loro salute. Lo stesso è previsto nella legge “Volontà anticipata”.
- Il medico curante deve chiedere un parere a un altro medico per quanto riguarda il rispetto delle condizioni indicate al punto 1. Detto medico deve visitare il paziente e la sua diagnosi deve riferirsi inoltre alla documentazione medica del richiedente eutanasia. Nel memorandum esplicativo si osserva che nel caso di diversità di opinione tra il medico curante e il medico consulente, il caso potrà essere sottoposta a un Collegio di Medici.
- Il medico curante dialoga con il paziente, in modo completo e comprensibile, per assicurarsi che conosce e comprende la sua situazione e che la volontà di porre fine alla sua vita è libera, seria e consistente. Il medico informa sui possibili trattamenti terapeutici e sulle cure palliative ed il loro effetto In 2019 circa 59% (in 2011 detta percentuale era 19%) della popolazione ha accesso alle cure palliative, copertura che continua a crescere grazie a un nuovo piano di investimento del governo. Devono trascorrere almeno 15 giorni tra il primo e secondo colloquio per accertare nuovamente la volontà del paziente già espressa in precedenza. In base a colloqui e il dossier medico, il medico curante redige la sua opinione, controfirmata del paziente, o da una terza persona, nel caso che il richiedente non è in grado di firmarlo.
- Trascorsi almeno altri tre giorni dopo il secondo colloquio, il paziente che persiste nel suo desiderio di morire, redige la richiesta scritta di eutanasia davanti a due testimoni. Nel memorandum, esplicativo è indicato che nel caso della perdita della capacità di intendere e volere, il paziente deve aver indicato nella dichiarazione anticipata di volontà il responsabile per l’esecuzione di questa volontà.
- La richiesta di eutanasia è sempre revocabile senza nessuna formalità;
- Il medico è responsabile per la corretta somministrazione del medicinale letale a chi ne ha richiesta.
- Il medico informa immediatamente la Commissione Etica del Ministero della Sanità, allegando la documentazione sullo svolgimento della procedura di accoglimento della richiesta di eutanasia.
- Nel caso che la Commissione è del parere che il medico non ha seguito i requisiti previsti dalla legge, informa il Pubblico Ministero.
Secondo la proposta, non ancora in discussione nel Parlamento, l’eutanasia è possibile solo per malati terminali, escludendo altre condizioni fisiche e psichiche che comportano sofferenze insopportabili come la SLA o l’accumulo di affezioni ognuna per sé non terminale.
Nel memorandum esplicativo indica che è prevista l’obiezione di coscienze che è consentito, purché fornisca il dossier medico e tutte le altre informazioni utili per giudicare la richiesta di eutanasia, al medico subentrante.
Il medico, obiettore di coscienza, è obbligato a iscriversi in un apposito registro onde evitare perdita di tempo nella ricerca di un medico disposto ad accogliere la richiesta del paziente.
Johannes Agterberg , 22 agosto 2020
Con ringraziamenti a Italo Bove, Consigliere della MADU Muerte Digna Uruguay per la preziosa informazione.
La storia dietro la notizia
Nel novembre 2013, Davison ha aiutato il Dr. Anrich Burger a terminare la sua vita. Burger era tetraplegico dopo un incidente automobilistico nel 2005. La sua disabilità lo aveva costretto a smettere di praticare come medico e lo privò della vita molto attiva che aveva guidato, e amò, prima dell’incidente.
Non è stato in grado di muovere alcuna parte del suo corpo sotto il collo, ma ha anche sofferto diverse complicazioni dalla sua ferita, tra cui un forte dolore neuropatico che spesso lo ha lasciato incapace di frequentare il suo forum, cosa che lo stressava profondamente. In un’intervista con la rivista YOU, il Dr. Burger ha dichiarato chiaramente e pubblicamente che voleva morire.
Dopo un po’ di tempo, Burger, che, nonostante il dolore costante non in una condizione di saluto da considerare come terminale, affrontò l’argomento se Davison, consapevole del dolore e della tristezza che il dottore stava sperimentando ogni giorno, lo avrebbe aiutato a morire. Davison era d’accordo, convinto che era quello che Burger voleva davvero. Nessuna dei due ha preso la decisione in modo affrettato o superficiale e molti mesi sono passati fino a quell’ultimo giorno in novembre. La più grande paura di Burger era che qualcosa succedesse a Davison, lasciandolo intrappolato.
Essendo un medico, Davison ha avuto accesso al farmaco richiesto (fenobarbitolo) e l’ha acquistato da una farmacia. Il fenobarbitolo è un forte barbiturico utilizzato anche come anti-convulsivante e sedativo. Il Dr Burger organizzò l’hotel e bevve lui stesso le medicine, cioè si uccise. Sean Davison era lì solo quando il Dr. Burger si è suicidato e si è assicurato che il suicidio avesse avuto successo.
Poiché il suicidio è legale in Sud Africa, Davison non ha commesso un crimine solo essendo lì e non si aspettava un’indagine penale. Ha parlato apertamente della morte del suo amico. In quell’anno ha detto: quello che è successo è stato, nella migliore delle ipotesi, legalmente controverso, e nel caso dovesse essere arrestato, sarebbe successo ormai.
Nel corso degli anni Davison ha commentato quanto disinteressata fosse la procura per quanto riguarda il suicidio assistito in questo paese (Sud Africa) dopo la sua ammissione pubblica di aiutare il Dr Burger nel 2014. Persino Robin Stransham-Ford, un avvocato della Corte Suprema, ha detto che il tribunale non poteva più intervenire Davison gli ha concesso un decesso assistito medicalmente, non perseguibile dal pubblico ministero, perché non era neanche intervenuta in seguito alle suddette dichiarazioni di Davison.
Il processo e la condanna
E poi nel settembre 2018………..
Dall’oscurità è apparso, nel settembre del 2018, il procuratore della repubblica e ha arrestato Sean Davison, accusandolo dell’omicidio premeditato (!?) del Dr Anrich Burger nel 2013.
Per le ragioni sottoindicato, Sean Davison di origine neo zelandese, ha accettato un patteggiamento con i giudici del tribunale di Città del Capo in seguito all’accusa di aver commesso tre omicidi. Sarà posto agli arresti domiciliari per tre anni.
Il rischio di essere condannato con tre ergastoli era troppo alto per lui, considerando i suoi tre figli e il peso psicologico che un tale processo provoca per lui, per la sua famiglia e per i familiari delle persone decedute.
Sean Davison ha dichiarato dopo aver raggiunto l’accordo:
Cari amici e sostenitori
In un accordo di patteggiamento con il tribunale sudafricano, mi sono dichiarato colpevole delle tre accuse di omicidio che ho dovuto affrontare e ho ricevuto una condanna a tre anni di arresti domiciliari nella mia casa a Città del Capo.
Accetto la sentenza. Sarò sui media di oggi e domani mi hanno già dimenticato. Ma ci sarà un altro Sean Davison, e poi un altro, e un altro, perché questo problema non andrà risolto finché non avremo una nuova legge, una legge compassionevole, una legge che non confonde l’eutanasia con l’omicidio.
Ho promesso solennemente alla corte di non infrangere la legge. Prometto anche al pubblico in Sudafrica, e in ogni paese civile, che un giorno ci sarà una legge che permetterà a qualcuno che soffre in modo insopportabile, senza speranza di recupero, di avere la scelta di una morte dignitosa assistita.
So che ci saranno molte persone deluse che ho accettato un patteggiamento, e non sono andato in giudizio. Se avessi fatto questo, potrei essere stato giudicato non colpevole, e quindi portare a un cambiamento di legge. Tuttavia, stavo affrontando tre ergastoli in carcere e la posta in gioco era troppo alta. Ho tre bambini piccoli e i miei figli vogliono un padre non un martire.
Voglio ringraziare le migliaia di persone in Sud Africa e in tutto il mondo che hanno inviato messaggi di sostegno e incoraggiamento. I nove mesi, da quando sono stato arrestato, è stato un periodo straziante per me e la mia famiglia, e questo sostegno l’ha reso sopportabile.
Sean
Sean Davison, un attivista per il diritto di morte dignitosa, era stato accusato di aver commesso l’omicidio di tre persone gravemente malate e costrette al letto.
Il pubblico ministero ha classificato i tre omicidi come “reati molto gravi”, ma esistevano anche circostanze convincenti per deviare dalla pena minima di quindici anni che la legge prescrive per omicidio. La corte ha osservato che l’accusato ha ammesso quello che ha fatto, si è pentito e non ha sottoposto i familiari al trauma di assistere come testimoni.
Oltre all’arresto domiciliare, Davison è condannato a svolgere lavori di volontariato per lo stesso periodo.
Quali sono i casi sottoposti al giudizio del tribunale.
1. Anrich Burger: quadriplegico dopo un incidente nel 2005 con la macchina. Era totalmente dipendente di altri. Volevo andare in Svizzera per l’assistenza al suicidio ma la sua condizione di salute non lo permetteva, Il 13 novembre 2013 Davison offriva una bevanda letale e dopo il decesso di Burger chiamava i familiari.La madre di Burger ha dichiarato “Sento che l’accusato non deve essere perseguito perché mio figlio voleva morire e l’accusato assisteva mio figlio perché non era capace di farlo lui stesso a causa delle sue disabilità”.
2. Justin Varian: Ha subito un attacco cardiaco nel 2010 ed era diagnosticata una malattia motoneurone. Non poteva muoversi e aveva difficoltà di deglutire. Aveva chiesto più volte al suo fratello di portarlo ad Amsterdam o a Svizzera per morire ma il fratello rifiutava. E’ morto il 25 luglio 2015 con l’assistenza di Davison.
“Ha sofferto per molto tempo e voleva scegliere quando morire e con quale forma di dignità “, ha detto il fratello in una dichiarazione giurata inviata dalla Repubblica d’Irlanda.
3. Richard Holland: Era un atleta finché è stato battuto giù dalla bicicletta durante un allenamento in Dubai nell’ottobre 2012. L’incidente ha causato un danno severo al cervello tale che non poteva più muoversi e comunicava con il movimento degli occhi. Era nutrito artificialmente tramite un tubo nello stomaco, soffriva di emicrania e di dolori forti a causa della spasticità muscolare. Dopo aver chiesto, davanti ai familiari, se aveva ancora il desiderio di morire e dopo il sì del malato, Davison ha somministrato una dose letale di fenobarbital.
“Ho consigliato all’avvocato che rappresenta lo Stato che non desidero che l’imputato sia processato”. Mio fratello non aveva una qualità di vita accettabile e ha espresso il desiderio di morire in numerose occasioni “, ha sostenuto la famiglia in una dichiarazione giurata.
Davison, cinquantotto anni è professore in biochimica, è specializzato in DNA e lavoro alla West Cape University in Città del Capo.
In Nuova Zelanda ha aiutato la sua madre, malata in stato terminale, a morire, fornendola morfine (pastiglie schiacciate). Per questo fatto è stato condannato a cinque anni di arresto domiciliare.
Si è trasferito in Sud Africa nel 1991.
Johannes Agterberg, 20 giugno 2019
Fonti: World Federation Right to Die Societies e News24H South Africa.
Il Tribunale nella provincia di Zhejiang ha condannato tre membri di una famiglia per avere commesso un omicidio, avvelenando la signora Weng. La signora soffriva di una malattia autoimmune e aveva chiesto al genero di comprare un veleno per topi che la permetteva di finire le sue sofferenze causate dalla malattia.
In presenza del marito, la figlia e il genero, l’ha ingerito ed è deceduto.
I familiari sono stati condannati da 2 a 5 anni di prigione. Il giudice ha commentato la sentenza, sostenendo che “Dando una pena mite, la società potrebbe erroneamente considerarlo come un incoraggiamento di atti simili. Invece una pena pesante rafforza lo spirito di prudenza”.
Non è il primo caso in Cina. In 2009 una donna è entrata in coma improvvisamente. Dopo una settimana dal ricovero, il marito incapace di sopportare le sofferenze della moglie, ha staccato il tubo della respirazione artificiale e la donna è morta dopo un’ora. Il marito è stato condannato a 5 anni di prigione per omicidio predeterminato.
Un sondaggio nel 2013, effettuato dall’Università di Shanghai su 3.400 cittadini di 34 città, ha evidenziato che 70% degli intervistati non era contrario all’eutanasia. Il Prof. Yan Sanzhong dell’Università di Jiangxi spiega la situazione cinese come segue.”. Cina non è ancora pronta per legalizzare l’eutanasia. A causa della mancanza di un sistema globale sociale i cittadini non possono ancora scegliere come e quando morire. Il sistema sanitario è troppo concentrato sulle città sviluppato, che rende difficile per ospedali in aree rurali di essere preparati per prendere decisioni di tale portata”. Aggiunge che esiste il rischio che gli anziani vogliono morire per risparmiare denaro ai figli o al contrario i figli possono essere tentati di uccidere i genitori per scappare dalla responsabilità di curarli.
Situazione legale attuale
Nel 1997 l’eutanasia viene depenalizzata dopo una sentenza della Corte Suprema. Il 20 aprile 2015 il Ministro della Salute e della Sicurezza Sociale emette un decreto sull’applicazione dell’eutanasia. In seguito a detto decreto viene emesso dallo stesso Ministero il Protocollo per l’Applicazione del Procedimento dell’Eutanasia, che integra il suddetto decreto.
Secondo il Ministero della Salute nel periodo da 2015 al marzo 2020 sono stati segnalati 92 casi di eutanasie a questo ente per malattie oncologiche e non oncologiche di pazienti adulti.
Eutanasia e minori
Nel 2018 la possibilità di eutanasia è diventata accessibile anche ai minori. È richiesto il consenso inequivocabile del paziente dall’età di 12 anni in poi quando “il concetto di morte si consolida come irreversibile, universale e inesorabile”, dice il decreto.. Sono esclusi i bambini sotto i 6 anni di età, così come quelli con disabilità mentali o disturbi psichiatrici “che alterano la capacità di comprendere, ragionare e formulare un giudizio riflessivo”. Tra i 6 ei 12 anni l’eutanasia può essere praticata solo in casi eccezionali. mentre tra i 12 ei 14 anni prevale l’autodeterminazione del minore, ma sarà obbligatorio il consenso dei genitori. Da 14 anni, conterà solo la volontà dell’adolescente. Con questa decisione la Colombia si schiera con Belgio e Paesi Bassi che consentono l’eutanasia ai minori. Infondo anche i minori possono soffrire in modo insopportabile e senza prospettive.
Il nuovo disegno di legge
Sebbene l’eutanasia sia consentita e legalizzata di fatto già per molti anni in Colombia, non è mai regolamentata con una legge approvata dal Parlamento. Fino ad ora – perché un nuovo disegno di legge è stato presentato per la discussione in Parlamento.
A fine settembre si è svolto il primo dibattito su questo disegno di legge che regolamenterà l’eutanasia. Dal 1998 nel Paese sono stati presentati 12 progetti di legge direttamente collegati alla regolamentazione del diritto a morire con dignità. L’ultimo è stato presentato lo scorso anno dai parlamentari Reyes e José Daniel López ma è stato accantonato. López ha detto a giornale EL TIEMPO che spera che questa volta venga approvato. “Questo progetto vuole stabilire le regole del gioco per l’applicazione in condizioni oggettive e standardizzate, poiché ci sono stati molti casi in cui le persone hanno difficoltà ad accedere a questo diritto”.
I requisiti per l’applicazione dell’eutanasia previsti dal disegno di legge
I requisiti per richiedere l’eutanasia sono i seguenti:
- Il richiedente deve avere più di 18 anni. l richiedente deve soffrire in modo intollerabile causata da una malattia terminale o da una malattia incurabile in stato avanzato. (Quindi sarebbero esclusi i minori che attualmente ne possono accedere come sopra illustrato);
- La persona richiedente deve avere competenza mentale per esprimere la richiesta e dare il proprio consenso per eseguire la procedura di eutanasia.
- Il consenso deve essere libero, inequivocabile, informato e ripetuto.
- Solo un medico può applicare l’eutanasia.
Procedura dell’accoglienza della richiesta d’eutanasia prevista dal disegno di legge
In primo luogo, la persona che si trova nelle suddette condizioni può richiedere l’eutanasia al medico curante. Nel caso in cui la persona decida di proseguire il percorso, entro dieci giorni il rispetto dei requisiti sarà stabilito attraverso le necessarie valutazioni specialistiche, comprese l’alternativa di accedere alle cure palliative. Dopodiché, il medico che ha ricevuto la richiesta, informerà il Comitato Interdisciplinare per il diritto di morire con dignità che la procedura è stata completata in modo che possa iniziare la procedura di verifica. Il Comitato deve riunirsi, una volta ricevuta la segnalazione della richiesta di eutanasia, per verificare il rispetto dei requisiti e nel caso di accettazione informa il richiedente della propria decisione. Le verifiche del Comitato si svolgeranno negli stessi dieci giorni stabiliti per l’evasione della richiesta, secondo il disegno di legge. Il passo successivo è che il Comitato chiederà alla persona di ribadire la richiesta e se la risposta è positiva, si procederà a programmare l’applicazione dell’eutanasia in un arco di tempo che non deve superare i quindici giorni, tenendo conto dell’interesse e della volontà del paziente.
Johannes Agterberg, 13 ottobre 2020
Fonti:
- Newsletter World Federation Right to Die Societies
- Decreto 1216 del 25 aprile 2015 del Ministero della Salute colombiana
- Protocolo por la applicacion del procedimiento de eutanasia 2015. Pubblicato dal Ministerio della Salute in collaborazione con l’Università di Bogotà.